il fantastico mondo dei bento

Visto che il Giappone è al primo posto delle cronache pescaresi, voglio soffermarmi ancora su questo paese ricco di curiosità e presentare, a chi non li conoscesse, i bento.

I bento fanno la loro comparsa in Giappone intorno al V secolo.

Erano usati dai cacciatori, dai contadini, dai pescatori o altre classi di persone che per lavoro non potevano tornare a casa per mangiare; di norma contenevano sempre riso che era il cibo più economico e più nutriente ma anche verdure e sopratutto patate, anche se il menù variava nelle diverse regioni. La parola BENTO pare risalga al 1600 e precisamente a un comandante militare di nome Oda Nobunaga (1534-1582) il quale sfamava la gente del suo castello dandogli porzioni individuali, la parola BENTO serviva ad indicare il semplice pasto che lui distribuiva. Durante il periodo Edo (1603-1868) il bento assurse a naturale compagno di escurioni o cestino da portare a teatro. Il makunouchi bento, che conteneva palline di riso misto a furikake e semi di sesamo e un ricco assortimento di contorni, fece la sua comparsa proprio in questo periodo.
La parola makinouchi si riferisce proprio al intervallo tra gli atti durante i quali gli spettatori potevano mangiare. Durante questo periodo, molti ricchi mercanti presero l
abitudine di impacchettare i loro pasti in scatole a più di un piano e a disporle secondo un preciso gusto estetico per quando andavano a teatro o alla o-hanami (la fioritura dei ciliegi), così che da questo momento in poi i bento serviti per occasioni speciali vennero preparati e impacchettati in forme molto sofisticate.

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Nel Giappone odierno, il bento è un pranzo “al sacco” che le premurose mogli, madri o fidanzate preparano ai loro mariti, figli e fidanzati che non hanno il tempo di tornare a casa per il pranzo. Preparare il bento è un gesto di amore, affetto ed attenzione per le persone, la stessa cura ed attenzione messa nei dettagli del piatto e negli accostamenti di gusti e colori

 

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