Torcuato, ristorante a Madrid

Situato nel cuore del “Miglio d’Oro” di Madrid, una zona commerciale di lusso, fatta di viali alberati e dimore storiche, il ristorante Torcuato ha aperto le sue porte nel 2021; oltre alla sua posizione di primo piano, Torcuato vanta interni caleidoscopici che mescolano giocosamente stili ed epoche con brio, per gentile concessione dell’interior designer Pepe Leal, piatti pittorici che fondono ingegnosamente sapori e cucine, creati dall’acclamato chef Sergio Fernández, oltre a una delle più belle terrazze gastronomiche della città. Sia Leal che Fernández hanno una reputazione di eclettismo audace, quindi il loro è un abbinamento perfetto per un ristorante concepito dal gruppo di ospitalità alla moda La Fábrica, come un meraviglioso viaggio nel tempo e in tutto il mondo. Dall’opulento salone di Maria Antonietta e l’Art Deco del Grande Gatsby, fino ai tropici evocati nell’estetica classica e moderna di Leal, completata dalle note giapponesi, mediterranee e messicane della cucina fusion di Fernández. I clienti di Torcuato sono pronti per una stravaganza sensoriale.

il grande lampadario

Il ristorante prende il nome da Torcuato Luca de Tena, un giornalista del XIX secolo che fondò la rivista d’arte e letteraria Blanco y Negro e il quotidiano nazionale ABC, entrambi ospitati qui fino al 1989. Leal ha tratto ispirazione dai lunghi viaggi di Luca de Tena in giro per il mondo, progettando una serie di spazi distinti che combinano stravagantemente diverse epoche e origini. L’approccio eclettico di Leal riecheggia anche l’eccentricità dell’edificio storico – costruito in stile neo-Mudéjar. Il palazzo combina revival moresco, neo-rinascimentale e elementi architettonici andalusi tradizionali.

“Alla fine del XIX secolo era molto di moda mescolare stili diversi”,

spiega Leal, un approccio che fa anche parte della sua filosofia progettuale. Abbinati alla maestria del designer nel colore, all’energia gioiosa, all’umorismo e all’attenzione per i dettagli, gli interni di Torcuato abbagliano e deliziano in egual misura.

Due imponenti sale e una terrazza panoramica offrono tre esperienze culinarie molto distinte. Caratterizzato da alte finestre ad arco, superfici dipinte di bianco e modanature floreali decorative, il primo è luminoso e arioso. Le cabine da pranzo gialle semicircolari abbinate alle iconiche sedie e tavoli Tulip di Eero Saarinen infondono agli interni classici vibrazioni di metà secolo, mentre un’installazione di piante e fiori esposta in una parete a specchio piena di vasi di vetro, I bicchieri e le fiaschette aggiungono vivaci accenti di colore, così come le illustrazioni botaniche vintage che Leal ha sfacciatamente attaccato alle pareti.

la sala ventesimo secolo

Nella seconda sala da pranzo, Leal incanala la corte reale di Maria Antonietta, vivacizzando lo spazio riccamente decorato con tonalità rosa pastello, specchi dalle forme giocose e un lampadario minimalista su misura ad anello che Leal ha avvolto in un filtro dicroico.

Citando Maria Antonietta

Un’area bar separata, modellata sul palazzo immaginario del grande Gatsby è intrisa di vibrazioni più maschili in un ambiente che fonde assieme elementi Art Deco e Neo-rinascimentali con una tavolozza di colori scuri e luci al neon.

Espandendosi in tutti e tre gli spazi, i pavimenti di ispirazione moresca arricchiscono ulteriormente gli interni caleidoscopici fornendo continuità.

Dotata di viste panoramiche sulla città e ricca di vegetazione lussureggiante, la terrazza sul tetto del ristorante è reinventata come una fuga esotica dove murales contemporanei colorati di fiori di grandi dimensioni riecheggiano i motivi floreali delle facciate di mattoni rossi e piastrelle dell’edificio, mentre i tralicci metallici ad arco e i gruppi scultorei di baldacchini a forma di disco costituiscono un ambiente gioviale in stile Alice nel paese delle meraviglie.

Come Alice nel Paese delle Meraviglie

Intrecci lignei

Con un design intelligente, abilità artigianali locali di base e un atteggiamento sperimentale flessibile, anche lo spazio più ordinario come un magazzino può diventare un ambiente di vendita accattivante.
Questo concetto è stato recentemente dimostrato nel Yuntai Ice Chrysanthemum Industry Park a Houyanmen Village a Huanfeng Town, dove LUO Studio con sede a Pechino http://www.luostudio.cn trasformato un ordinario magazzino di con telaio in acciaio in un affascinante spazio espositivo creando un delicato intreccio di legni e cavi, una sorta di infrastruttura nella struttura principale.

Lo scopo di questo specifico edificio è quello di fungere da area espositiva e showroom per i famosi prodotti Ice Chrysanthemum della regione che hanno una moltitudine di usi medicinali e cosmetici. I canali di vendita di questi prodotti da questo spazio includono gruppi turistici ospitati, marketing in franchising e livestreaming.

Quando la pandemia ha interrotto l’afflusso di gruppi turistici e le piantagioni di crisantemi di ghiaccio nel villaggio hanno subito una grave diminuzione della produzione a causa delle recenti inondazioni c’è stata la necessità di creare un nuovo spazio per contribuire a incrementare le vendite, ma anche farlo con costi minimi.

I progettisti e gli istruttori di costruzione Luo Yujie, Wang Beilei, Huang Shangwan, Zhang Chen di LUO Studio hanno lavorato con la gente del posto per creare lo spazio espositivo di 602 metri quadrati (6.480 piedi quadrati) con tutto questo in mente. La risposta sono stati materiali locali a prezzi accessibili e tecniche semplici che non richiedevano attrezzature speciali o competenze specialistiche. LUO Studio ha scelto pannelli di legno sottili con un alto tasso di recupero del legname prodotto da una fabbrica di legname locale come materiale da costruzione principale. I pannelli possono essere assemblati a mano e facilmente riposizionati e riutilizzati.

La sperimentazione in loco ha aiutato i progettisti e i lavoratori locali ad arrivare alle migliori soluzioni soprattutto in termini di piegatura del legno in una forma ottimale e sicura.

Il risultato è un’area espositiva delicata e dall’aspetto organico, completamente locale, che nasconde abilmente l’indecente capannone industriale.

Face Food quando gli chef diventano soggetti d’arte

A partire da venerdì 5 agosto e sino al 5 settembre, a Palazzo Beltrani è visitabile la mostra “Facefood, la Puglia rinasce – diario di un viaggio alla ricerca del buon gusto” nella splendida Corte Davide Santorsola.

Il 10 agosto, alle 18.30, si svolgerà la presentazione alla stampa del libro di Vittorio Cavaliere, Franz Gustrincich e Claudio Auriemma che dà il nome alla mostra.

Facefood è l’idea di mostrare che dietro al buon cibo ci sono grandi persone che lo hanno   coltivato, trasformato e soprattutto cucinato. Una esposizione di 49 fotografie di grande formato, con testi esplicativi. Un viaggio tra alcuni dei personaggi che tengono alto il vessillo dell’enogastronomia pugliese, fotografati da Franz Gustincich e Claudio Auriemma, e raccontati da Vittorio Cavaliere.

Una galleria di ritratti, assolutamente parziale, ma rappresentativa dell’eccellenza che la Puglia ha saputo imporre nel mondo.

Tra questi alcuni protagonisti di ristoranti stellati Michelin come i fratelli Sgarra di Casa Sgarra- Trani(BT), Antonello Magistà de Il Pashà (Conversano), Angelo Sabatelli (Putignano), oppure il maestro panificatore e ambasciatore del gusto Pascal Barbato, i Fratelli Matarrese di Matarrese Impianti, Vitantonio Rozzo del Caseificio Coratino, i fratelli Gentile, i volti del ristorante Cibus di Ceglie Messapica, lo chef Leonardo Vescera e tanti altri.

Facefood, patrocinata dall’assessorato alle culture della città di Trani in collaborazione con L’Associazione Delle Arti, è un’opera tangibile grazie alla generosità degli sponsor – primo fra i quali il gruppo Megamark -, all’ospitalità del Palazzo delle Arti Beltrani, e al lavoro di tante persone oltre agli   autori, che hanno reso possibile il materializzarsi dell’evento.

Anche un libro a raccontare questo straordinario percorso intimo e conoscitivo dell’eccellenza enogastronomica pugliese: “FACEfoodla Puglia rinasce – diario di un viaggio alla ricerca del buon gusto”, edito da Besa editrice, Nardò.

Questa iniziativa, promossa dall’associazione Tummà, ha preso forma sulle esperienze di Vittorio Cavaliere, talent scout, critico gastronomico e profondo conoscitore del mondo del gusto, descritte come in un percorso da nord a sud, alla ricerca delle eccellenze enogastronomiche. Il percorso di Cavaliere è stato fotografato da Franz Gustincich e Claudio Auriemma, dell’agenzia di marketing visivo F&Co, specializzata in enogastronomia.

«Una ghiotta occasione per testimoniare la straordinaria vitalità della ristorazione pugliese e di coloro che i prodotti del territorio, eticamente, li rendono un vanto nazionale» ha dichiarato Vittorio Cavaliere mentre Claudio Auriemma ha ricordato che: «Questo viaggio è atipico, per noi che siamo abituati a fotografare e rendere appetitosi i prodotti, perché lo abbiamo centrato sui ritratti di chi di questi prodotti ne fa arte».

«Il nostro lavoro è trasformare in immagini gli aromi e i sapori, e raccontare il buon cibo – ha aggiunto Franz Gustincich – ma per questa volta abbiamo voluto narrare gli autori della gastronomia e dei sapori pugliesi, coloro che sono dietro al successo enogastronomico della regione».

cibo-archeologia: Thermopolium di Pompei

Riporto un articolo preso dal sito Fame di Sud. Lo trovate in forma completa all’indirizzo: https://www.famedisud.it/a-pompei-riemerge-unantico-luogo-di-ristoro-con-i-suoi-bellissimi-affreschi/?fbclid=IwAR0WUqm1Yv3VWnHRq8beruOXQqsEUGGYBS2ZrkTZ99KGM9cnlHMM7qITwV0

di Redazione FdS

Pompei: a riemergere, questa volta, è la parte ancora sepolta del Thermopolium della Regio V, una delle numerose rivendite di cibo pronto per il consumo (una sorta di antenato dei nostri fast food) che costellavano la città vesuviana (se ne contano una ottantina). I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, conservati in grandi dolia (giare) incassati nel bancone in muratura, erano infatti molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il prandium (il pasto) fuori casa.
 
Scorcio del thermopolium della V Regio, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Scorcio del thermopolium della V Regio, Pompei – Ph. © Luigi Spina

Lo scavo del thermopolium della Regio V è iniziato nel 2019 ma finalmente l’ambiente è riaffiorato per intero con altre ricche decorazioni di nature morte, rinvenimenti di resti alimentari, ossa di animali e di vittime dell’eruzione. Un ennesimo “fermo immagine” della città sepolta. A colpire è soprattutto la lucentezza dei colori che, al netto delle lacune provocate dal tempo, ci parlano del gusto per l’immagine evocativa così caro agli antichi al punto da caratterizzare pressoché ogni tipo di spazio.
 
La presunta insegna del thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

La presunta insegna del thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina

L’impianto commerciale era stato indagato solo in parte durante gli interventi del Grande Progetto Pompei, ma considerate l’eccezionalità delle decorazioni (era già emersa l’immagine della Nereide su ippocampo e delfini che decora il fronte del banco di vendita e l’illustrazione della bottega stessa alla stregua di un’insegna commerciale) e al fine restituire la completa configurazione del locale, ubicato nello slargo all’ incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, si è deciso estendere il progetto e di portare a termine lo scavo dell’intero ambiente.

 Di fronte al termopolio, nella piazzetta antistante, erano già emerse una cisterna, una fontana, e una torre piezometrica (per la distribuzione dell’acqua), dislocate a poca distanza dalla bottega già nota per l’affresco dei gladiatori in combattimento.
 
Affresco del bancone con  Nereide su ippocampo con delfini - Ph. © Luigi Spina

Affresco del bancone con Nereide su ippocampo con delfini, Thermopolium Regio V, Pompei – Ph. © Luigi Spina

Le decorazioni del bancone si sono dunque arricchite di altre immagini, come quelle presenti sull’ultimo braccio di bancone portato alla luce: scene di nature morte e rappresentazioni di animali, probabilmente macellati e venduti nel locale.
 
Natura morta con anatre germane, thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Natura morta con anatre germane, thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina

Frammenti ossei, pertinenti gli stessi animali, sono stati inoltre rinvenuti all’interno di recipienti ricavati nello spessore del bancone contenenti cibi destinati alla vendita.
 
Particolare del gallo raffigurato sul bancone del thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Particolare del gallo raffigurato sul bancone del thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina
 
Part. del cane e dell'iscrizione sbeffeggiante - Ph. © Luigi Spina

Part. del cane e dell’iscrizione di scherno – Ph. © Luigi Spina

Nel termopolio è stato inoltre rinvenuto diverso materiale da dispensa e da trasporto: nove anfore, una patera di bronzo, due fiasche, un’olla di ceramica comune da mensa. Il piano pavimentale di tutto l’ambiente è costituito da uno strato di cocciopesto (rivestimento impermeabile composto da frammenti in terracotta), in cui in alcuni punti sono stati inseriti frammenti di marmi policromi (alabastro, portasanta, breccia verde e bardiglio).
 
Alcune delle anfore ritrovate nel thermopolium - Ph. © Luigi Spina

Alcune delle anfore ritrovate nel thermopolium – Ph. © Luigi Spina

“Oltre a trattarsi di una ulteriore testimonianza della vita quotidiana a Pompei – dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale ad interim del Parco archeologico di Pompei -, le possibilità di analisi di questo termopolio sono eccezionali, perché per la prima volta si è scavato un simile ambiente per intero ed è stato possibile condurre tutte le analisi che le tecnologie odierne consentono. I materiali rinvenuti sono stati, infatti, scavati e studiati sotto ogni aspetto da un team interdisciplinare composto da: antropologo, fisico, archeologo, archeobotanico, archeozoologo, geologo, vulcanologo. I materiali saranno ulteriormente analizzati in laboratorio e in particolari i resti rinvenuti nei dolia (contenitori in terracotta) del bancone, rappresenteranno dei dati eccezionali per capire cosa veniva venduto e quale era la dieta alimentare”.
 
Il bancone del thermopolium, Pomepi - Ph. © Luigi Spina

Scorcio d’insieme del bancone del thermopolium, Pomepi – Ph. © Luigi Spina

PRIMI ESITI DELLE ANALISI DEI REPERTI

Le prime analisi confermano come le pitture sul bancone rappresentino, almeno in parte, i cibi e le
bevande effettivamente venduti all’interno del termopolio: un frammento osseo di anatra è stato rinvenuto all’interno di uno dei contenitori, insieme a suino, caprovini, pesce e lumache di terra, testimoniando la grande varietà di prodotti di origine animale utilizzati per la preparazione delle pietanze. D’altro canto, le prime analisi archeobotaniche hanno permesso di individuare frammenti di quercia caducifoglie, probabilmente pertinente a elementi strutturali del bancone. Sul fondo di un dolio – identificato come contenitore da vino sulla base della bottiglia per attingere rinvenuta al suo interno – è stata individuata la presenza di fave, intenzionalmente frammentate/macinate. Apicio nel suo De re Coquinaria (I,5) ce ne fornisce il motivo, asserendo che venivano usate per modificare il gusto e il colore del vino, sbiancandolo.
 
I dolia incassati nel bancone del thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

I dolia incassati nel bancone del thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina

 
Il gallo, thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Affresco col gallo, thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina


 

DOLCI PORTICI

Dal 22 Marzo al 24 Marzo 2019 parte la seconda edizione di “Dolci Portici”, la più grande pasticceria en plain air di Torino.

Pasticceri, cioccolatieri, gelatieri e produttori di prodotti da forno, si riuniscono per dar vita ad un dolce un percorso enogastronomico nel tratto compreso tra Piazza San Carlo e Piazza Castello

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Dove:

EXPO Via Roma – Tratto compreso tra Piazza San Carlo e Piazza Castello
Venerdì 22 marzo dalle 11.00 alle 22.00 
Sabato 23 marzo dalle 10.00 alle 24.00
Domenica 24 marzo dalle 10.00 alle 19.00

 

Milano Golosa

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Milano Golosa 2018

è una manifestazione enogastronomica giunta alla sua settima edizione.
Protagonisti ancora una volta sono centinaia di artigiani provenienti da tutta Italia, ma anche cuochi, paninoteche, vignaioli e tanti altri ancora.

Comunicato stampa:

MILANO GOLOSA, AL VIA LA SETTIMA EDIZIONE

Da sabato 13 ottobre a lunedì 15 ottobre 2018 il meglio dell’enogastronomia artigiana prende banco a Palazzo del Ghiaccio.
Tra show cooking, degustazioni e incontri aperti al pubblico

Milano Golosa si prepara alla sua settima edizione. L’appuntamento è dal 13 al 15 ottobre 2018 a Palazzo del Ghiaccio per raccontare tra i banchi dei più di duecento espositori presenti il meglio dell’enogastronomia artigianale italiana.
Accanto ai banchi degli espositori tanta cultura enogastronomica con gli show cooking delle osterie, i panini certificati della Fondazione Accademia Panino Italiano, le degustazioni di vino guidate. E ancora tanti incontri di approfondimento aperti al pubblico come Pizza e birra. Storia di un abbinamento promosso da Birra del Borgo (sabato 13 ottobre alle 13 – Sala Show Cooking). Perché è considerato un binomio perfetto? A rispondere Alfredo Colangelo, Direttore Commerciale di Birra del Borgo, Luca Pezzetta e Jacopo di Giampasquale dell’Osteria Birra del Borgo di Roma. Lo faranno proponendo pizza e birra del Borgo in una veste innovativa senza dimenticare la loro natura popolare. Tre gli accostamenti: la nuova lager LISA con pizza e mortadella; pizza a fermentazione spontanea e birra Maledetta che sperimenta una particolare miscela di lieviti, tradizionali e selvatici; infine pizza con doppia lievitazione con birra Keto Reporter, una classica Porter a cui vengono aggiunte foglie di tabacco Kentucky Toscano. Lunedì 15 ottobre alle 14 Trapizzino e Birra del Borgo con la partecipazione di Alfredo Colangelo, direttore commerciale di Birra del Borgo. Una nuova idea di pizza con il trapizzino abbinato a LISA, la nuova lager, e la REALE, una delle più amate ispirata alle tradizionali India Pale Ale inglesi. Regione Lombardia accoglierà gli ospiti di Milano Golosa con La merenda di montagna della Lombardia, incontro-degustazione di prodotti tipici provenienti da zone montane e impervie della Lombardia. L’appuntamento sarà nell’Area Show cooking domenica 14 ottobre alle 16:30. Ancora Fiasconaro, azienda siciliana famosa per i suoi panettoni, domenica 14 ottobre nell’Area Show Cooking alle 12 presenterà l’incontro Alla scoperta del bello e del buono nel Panettone agli Agrumi e Zafferano di Sicilia Fiasconaro: un dolce nato dall’estro del Maestro Nicola Fiasconaro e dal packaging firmato Dolce&Gabbana. Infine Ferrarelle, sempre nell’area show cooking, alternerà diversi momenti dimostrativi. Si comincia sabato 13 ottobre alle 14 con Grani antichi e Vasocottura con Giuseppe Vesi e Simone Vesi di Pizza Gourmet Giuseppe Vesi; alle 15 La terra della Valpolicella a Milano Golosa con Petra Antolini di Casa Petra di Settimo di Pescantina (VR). Domenica 13 sempre con Ferrarelle alle 13 l’incontro Straccetti di Peperone come manzo, rucola e parmigiano con Davide Puleio di L’Alchimia di Milano; alle 18:45 Giochiamo con i Santi: le grandi pizze classiche in veste giocosa con Giancarlo Casa di La Gatta Mangiona di Roma. Per chiudere lunedì alle 15 I masanielli da Caserta a Milano con Francesco Martucci della Pizzeria I Masanielli di Caserta.
Milano Golosa sarà aperta al pubblico sabato 13 ottobre (dalle 12 alle 20:30), domenica 14 ottobre (dalle 10 alle 20:30) e lunedì 15 ottobre (dalle 10 alle 17). L’ingresso è a pagamento. Il programma è disponibile sul sito della manifestazione (www.milanogolosa.it). Ingresso a pagamento: adulti 12 euro – Bambini 6-12 anni 5 euro – bambini minori 6 anni ingresso gratuito.

MILANO GOLOSA IN BREVE
13-14-15 OTTOBRE 2018
Palazzo del Ghiaccio | Via G. B. Piranesi 14, Milano
0286462555/1919
info@milanogolosa.it
www.milanogolosa.it
Facebook: @MilanoGolosa
Twitter: @ilgastronauta
Instagram: @gastronauta_official
ORARI AL PUBBLICO
Sabato: 12:00 – 20:30
Domenica: 10:00 – 20:30
Lunedì: 10:00 – 17:00
BIGLIETTI
Adulti 12 euro – Bambini 6-12 anni 5 euro – Bambini minori 6 anni ingresso gratuito

Ufficio stampa MILANO GOLOSA:

Claudia Zigliotto
371 3350217
claudia@studiocru.com

Giada Azzolin
371 1135535
giada@studiocru.com

Studio Cru
la buona comunicazione
Viale Verona, 98
36100 Vicenza

Tel 0444 042110

Gourmet Food Festival

 

Gourmet Food Festival IN PROGRAMMA DAL 17 AL 19 NOVEMBRE PRESSO IL LINGOTTO FIERE DI TORINO, è un nuovo grande evento che nasce dalla collaborazione tra Gambero Rosso e Lingotto Fiere, che vuole essere una tre giorni rivolta al mondo dei foodies, degli amanti dei prodotti enogastronomici italiani di qualità e degli operatori interessati ad avviare nuovi contatti professionali. Un evento dove il pubblico potrà vivere eventi, degustazioni, dibattiti e workshop con chef ed esperti del Gambero Rosso e inoltre assaggiare e acquistare le eccellenze enogastronomiche dei produttori e degli artigiani espositori, portando così a casa l’esperienza gourmet appena vissuta.
Il programma delle attività, curato da Gambero Rosso, vedrà la partecipazione dei più noti talent di Gambero Rosso Channel (Sky 412)

Gourmet

IL FORMAT

Immagina una grande piazza dove si ritrovano tutti insieme alcuni dei più grandi artigiani del gusto (cuochi, pasticceri, pizzaioli, cioccolatieri, panettieri, norcini, casari, contadini 2.0…) e dove c’è la possibilità di soddisfare ogni curiosità in tema di cibo.
Le diverse modalità di interazione con le aree tematiche permetteranno una completa esperienza a misura di vero amante della cucina attraverso quattro azioni:

FARE
Corsi pratici di cucina, pasticceria e panificazione in una cucina professionale

ASSAGGIARE
Degustazioni guidate di prodotti artigianali e piatti degli chef premiati dal Gambero Rosso

IMPARARE
Gli esperti di settore guidano alla spesa intelligente: “comprare bene al giusto prezzo”

ACQUISTARE
I prodotti di piccoli e grandi artigiani italiani, selezionati dal Gambero Rosso

Il GFF sarà diviso inoltre in quattro aree tematiche:

PRODOTTI E CUCINA
salumi, formaggi, olio, carni, pesci, verdure, ecc…

DOLCE
pasticceria, gelato, cioccolato, caffè, tè e tisane

PANE E PIZZA
i pani d’Italia, pizza napoletana, a degustazione, all’italiana

BEVERAGE
vino, birra, mixology.

Nello spazio dedicato all’intrattenimento enogastronomico, declinato in Quando il cibo fa spettacolo: mattatori della scena grandi nomi del panorama nazionale, da Simone Padoan  a Stefano Callegari . Da Iginio Massari Max Mariola, da Vito Igles Corelli . E ancora Gino Sorbillo , Sal de Riso Massimo d’Addezio e Marcello Trentini  e Matteo Baronetto e Patrick Ricci.

Gastfreundschaft Mobile

Gli architetti viennesi Anna Rosinke e Maciej Chmara del Collettivo di Stadtpark hanno portato il concetto del ristorante mobile un passo più avanti reinterpretando il concetto del gastfreundschaft mobile dal (tedesco:  l’ospitalità mobile.) L’installazione mobile è fatta su di un lavandino e un fornello a benzina, una credenza ed una tavola con 10 sgabelli.

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Rosinke e Chmara spiegano quello che Gastfreundschaft Mobile è uno dei mezzi per creare consapevolezza circa la responsabilità della comunità nello spazio pubblico. “La città, è uno spazio che non appartiene a nessuno ma nello stesso tempo appartiene a tutti.”

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la cucina di confine

dal sito: http://www.elledecor.it/design/vetrine-la-rinascente-milano-la-cucina-di-confine-elle-decor-italia-design-e-food#1

La cucina come fantasia e contaminazione, il design come scambio e interazione, il mondo come insieme di geografie, culture, identità. Parte da qui La cucina di confine (dal 9 al 15 giugno), il nuovo progetto di Elle Decor Italia allestito da Elisa Ossino Studio nelle vetrine de la Rinascente Piazza Duomo come omaggio ai temi di EXPO 2015.

Il circuito – che è anche un cortocircuito basato sull’ibridazione mette in sequenza come fotogrammi di un film otto scene di vita domestica di altrettanti paesi: Messico, Italia, Cina, Marocco, India, Francia, Stati Uniti, Giappone.

Il rito evocato è quello della preparazione e del consumo del cibo. La cucina tuttavia è interpretata più che come luogo fisico come visione collettiva dove cose e oggetti sembrano migrare da latitudini e longitudini distanti tra loro per approdare sulle tavole in altri luoghi e contesti restituendo al tutto un’estetica contemporanea.

Né anacronisticamente global, e neppure nostalgicamente local, le otto suggestioni – internazionali esattamente come lo spirito di Elle Decor Italia – filano e sfilano intrecci che dall’Europa alle Americhe passano per l’Africa fino a raggiungere l’Oriente.

Ciascuna tradizione culinaria è rispettata ma appare rivisitata con utensili, arredi e presenze di produzione eterogenea come vuole un mondo i cui confini sono in continua evoluzione.

In fondo si tratta di un viaggio. Dove protagoniste, al di là dei limiti territoriali, sono le interazioni tra paesi lontani.

Si parte dal Messico, dove la convivialità ha il calore del legno e i colori di Frida Kahlo: un inno alla vita, all’amicizia e alla condivisione. Si passa all’Italia: qui uno spazio bianco, rarefatto, ci riporta all’atmosfera onirica del grande Federico Fellini abitata per l’occasione da oggetti di design d’autore.

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In Cina l’elemento decorativo narra le suggestioni di un Oriente italiano declinato attraverso wallpaper floreali e servizi da tavola che fluttuano nel vuoto. Blu è l’aria che si respira in Marocco: giocosa rivisitazione di motivi tradizionali interpretati attraverso l’ironia e l’illusione.

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L’allegria di Bollywood viene in mente guardando la vetrina dell’India. L’ispirazione è quella dei mercati metropolitani attraversati dai profumi intensi delle spezie. In Francia il black and white del set up ci riporta al noir di certe pellicole e all’eleganza delle Nouvelle Vague.

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Arrivati agli Stati Uniti la porta si spalanca sui Fifties e sui piccoli eletrodomestici portatori di efficienza e modernità: il messaggio è quello positivo della good life tutta americana. In Giappone l’attenzione è rivolta allo chef e al suo cooking show. In questo spazio, dove vince la natura, il protagonista mette in scena lo spettacolo del cibo.

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#tollefave, una nuova comunità del cibo

Tolle* e fave, ( #tollefave ) un piatto della cucina contadina abruzzese (tollese in particolare), diventa comunità del cibo coinvolgendo 10 produttori locali e Slow Food Francavilla. Obiettivo è quello di tutelare e valorizzare un piatto della tradizione tollese ricercato e prelibato e raro. Rarissime sono infatti le tolle: che vanno cercate nelle campagne e raccolte prima che il livello di maturazione le porti a diventare troppo dure (un momento magico di breve durata).

 A Tollo, in provincia di Chieti, sede della neo-nata comunità del cibo,  luogo ricco di campagne che circondano tutto il territorio circostante al paese; ogni anno si svolge la sagra di Toll e fave con un cartellone ricco di eventi e di degustazioni.

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Trionfo di colori e profumi per il piatto tradizionale tollese ‘Tolle e Fave’ rivisitato  dallo Chef Alessandro Quintili Di Ghionno

*****

 Per chi non fosse avvezzo a questo alimento o, semplicemente non lo conoscesse si precisa che le “tolle” sono i  germogli delle piantine dell’aglio, praticamente la parte centrale, quello stelo che se non viene tolto fiorisce e impedisce all’aglio di maturare.

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La versione tollese del piatto è con peperone dolce secco.

ingredienti:

un mazzetto di tolle privato del bocciolo;

olio extravergine d’oliva;

un mucchietto di fave fresche sbucciate;

1 o due peperoni dolci, secchi fritti;

acqua, sale e basilico.

 Procedimento:

Prendere un mazzetto di tolle, reciderle all’altezza del boccioletto che hanno in cima e spezzettarle.

Metterle in pentola con un fondo di olio extravergine d’oliva, acqua, sale e basilico e quando si saranno ammorbidite aggiungere le fave sbucciate e lavate.

In alternativa: bollirle per una decina di minuti e, nella stessa acqua, bollire le fave.

 Versare tutto in padella.

Lasciare cuocere fino a quando la buccia delle fave non sarà raggrinzita e quando le tolle non saranno fragili, filamentose.

Aggiungere peperone dolce secco e fritto

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