Coca Suki

Dal 1957, con il gusto originale di Hong Kong e l’atmosfera del luogo che è una combinazione tra lo stile cinese e asiatico, “Coca Suki” è diventato uno dei migliori  ristoranti Suki in Thailandia. Nel 2012, Coca Holdings International Co.,Ltd. ha deciso di ampliare le tipologie di alimenti serviti con prodotti alla griglia, ma mantenendo il nome Coca, per essere riconosciuto dai clienti. Nasce così ‘Coca Grill’ da un progetto di Integrated Field. Il compito dei progettisti era quello di trovare il carattere principale di questo nuovo ristorante e di usarlo come linea guida con tutte le seguenti filiali.

All’inizio del processo progettuale, guardavamo indietro nella storia di Coca e cercavamo i suoi personaggi, per trovare quelli che potevano essere utilizzati in questo nuovissimo “Coca Grill”, per adattarsi al comportamento di oggi e allo stile di cucina alla griglia. Inoltre, stavamo considerando la storia e la cultura alimentare del cibo alla griglia nella regione asiatica, e l’importanza del suo ruolo in questo progetto.

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La nostra ispirazione è venuta dal “cibo di strada”, metodo di alimentazione-ristorazione, molto importante all’interno della regione asiatica. Contiene la storia, la contemporaneità, il sentimento asiatico  che insieme, sono diventati il carattere di Coca Suki.

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La sensazione di una “strada coperta” è la protagonista principale di questo ristorante, insieme ad alcuni elementi peculiari che abbiamo scelto e utilizzato: ‘ristorante  di strada’; ‘segni chiari sulla strada’; ‘modelli di pavimento stradale’; ‘tombini’; ‘visibile/cucina aperta’ e ‘sedie colorate’.

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Il colore degli interni e l’illuminazione sono parti importanti in questo progetto. IF ha proposto le varie tonalità di grigio come colore di sfondo del ristorante che si riferiscono al colore del carbone non illuminato; gli elementi principali della cottura alla griglia, e il tono di illuminazione è in arancione che si riferiscono al carbone quando illuminato con il fuoco.

 

 

 

Social Eater

Il mangiare insieme, il mangiare sociale e socializzando è l’argomento proposto dalla Scuola Italiana Design, all’interno del circolo ACLI nel distretto di Ventura Lambrate, in occasione della settimana del design 2016.

In questo progetto, curato dallo studio Joe Velluto (JVLT), si affronta il tema della condivisione sotto il profilo formativo e sociale: viene realizzata una cucina da cui si diramano ambienti e luoghi di aggregazione.

I linguaggi del cibo e dei sociale vengono messi in relazione per sviscerare la percezione dello spazio della collettività attraverso la convivialità generata dal cibo.

per informazioni:  http://www.joevelluto.it/?portfolio=sid-social-eater#.WU0Y9ZXf3Dc

 

SnackBox by ÆDIFICA & MüvBox, New York

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Nel cuore di New York City, un container  di 6metri è stato convertito in un ristorante trasportabile. Completamente autosufficiente, il container è dotato di  serbatoi di rifornimento idrico incorporati nel pavimento. L‘elettricità da un sistema di energia ibrida che combina batterie elettriche e un generatore.

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 “Abbiamo pensato lo SnackBox  come un oggetto che dovesse mettersi in evidenza in un ambiente visivamente saturo,” ma che, al contempo rappresentasse una delle infinite facce di New York”  dice l’imprenditore Jonathan Morr, che ha pensato il progetto a fianco ÆDIFICA & MüvBox. Il ristorante pop-up viene utilizzato a Broadway in una sezione chiusa al traffico veicolare. Di notte, la scatola è chiusa e bloccata; di giorno, le pareti superiori ruotano verso l’alto per creare tende in acciaio.

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Rice shop cafè a Tokyo

Sacchetti di riso e condimenti in bottiglia sono esposti  su spogli ripiani di compensato all’interno di questa ex frutteria di Tokyo che è stata trasformata in un piccolo rice shop cafè.
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Il rice shop cafè Okomeya, si trova all’interno della vecchia griglia urbana nel distretto di Shinagawa-ku.
Lo spazio di 16,5 metri quadrati, ha due lati aperti foderati con pannelli di compensato, che si affacciano sulle strade dello shopping, mentre la casa per il proprietario si trova nella parte posteriore.
“Recuperare le vecchie dimensioni della griglia urbana trattandola con materiali e colori tradizionalii ha fatto si che  lo spazio complessivo avesse un aspetto più fresco, in cui le parti vecchie e nuove risultino quasi indistinguibili,”
Un bancone in legno corre intorno ai lati chiusi del negozio, fornendo una superficie per pesare il riso ma, al contempo , anche uno spazio che contenga una piccola cucina.

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Jo Nagasaka in collaborazione con Schemata Architects  sono stati incaricati di progettare questo micro spazio di convivialità che si rifà a quello che una volta erano i negozi di strada, ora in declino a causa dei più allettanti centri commerciali.
“La strada è sempre più piena di persiane chiuse,” hanno detto gli architetti. “Se nessuna misura verrà presa contro la condizione di declino in cui versa il cosiddetto ‘scatto street’, questa forma di acquisto e vendita scomparirà definitivamente.
 “Il nostro progetto sembra molto modesto e non si mette in evidenza, ma ci aspettiamo di aumentare l’aspettativa della gente rinnovando altri negozi della zona in modo da migliorare l’intera stradaMantenere reciprocamente i rapporti con i vicini negozi è la chiave per sostenere questo piccolo progetto,”
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Gli onigiri palle di riso  avvolti con alghe nori sono serviti attraverso una botola, sulla strada. Una copertura di tela può essere tirata giù quando il caffè è chiuso.
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Food on the Road

FOOD ON THE ROAD è una nuova realtà, dalle solide tradizioni storiche, nel mondo del cibo da asporto …  

Come scrivono Daniela Bellisario e Barbara Vecchietti, proprietarie, inventrici, managers, sul loro sito: “Food on thr road viaggia per portarvi cibi sani, gustosi e raffinati, soprattutto cibi di qualità, perché pensiamo che mangiare bene sia la cosa più importante”.

I servizi offerti oltre al take away tradizionale, che copre l’intera zona di Roma, sono il food at work (catering aziendale) oppure il food at home (chef a domicilio) oltre che una più riservata preparazione di cena romantica (a domicilio)  per due persone.

Biologici, a bassissimo impatto ambientale, e certificati, i prodotti alimentari vengono ordinati, telefonicamente oppure on line, e giungono direttamente a casa o sul posto di lavoro, in pratici trasportini rigorosamente biodegradabili e con semplici etichette, poste sulle confezioni ad indicarne il contenuto.

Tra i menù offerti troviamo il menù carne, pesce, vegetariano, il menù senza glutine e il menù senza lattosio. Ma Food on the road non propone soltanto panini ma vellutate, fagottini, dolci, succhi e bevande, insalate e pani di vario genere; prodotti con alimenti rigorosamente cotti col metodo dela cottura sottovuoto a basse temperature e anche dietetici dato il ridotto uso di grassi animali e vegetali

Non c’è che dire, proprio un’idea interessante.

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Times Square,  crocevia del mondo, diventerà una grande caffetteria su strada nell’ambito di un piano per portare, cibo, bevande e  servizi di vario genere ai pedoni che percorrono la piazza. La partenza del progetto, prevista per questa estate prevede cinque punti vendita, sparsi all’interno della piazza che serviranno cibo di strada a circa 350 persone sedute su altrettante sedie dipinte di rosso.

Questa attività, inserita all’interno di un programma di miglioramento della vivibilità quartiere, contribuirà, con i ricavati provenienti dall’affitto delle sedie e dalla vendita delle concessioni per la somministrazione di cibo e bevande, al mantenimento della piazza stessa.

Con i suoi  350.000 visitatori giornalieri, Times Square, tra i luoghi più redditizi e interessanti in cui cenare all’aperto in città, potrebbe davvero farcela.

Fattorie mobili

Cibo sempre fresco nei quartieri disagiati di Chicago? Si chiama  Mobile Food Collective (MFC) il nuovo progetto di  Archeworks.

Si tratta di un carrello mobile (ecologico perchè tirato da biciclette) che mira a promuovere l’agricoltura, il cibo sano, e le connessioni comunitarie nei quartieri disagiati. Spostandosi da un posto all’altro in cerca di spazi per impiantarvi le sementi, la “fattoria mobile” MFC, è l’ultima collaborazione tra la scuola di design alternativo e le comunità di quartiere di Chicago.  Un progetto che istituisce un’interessante sinergia con le istituzioni locali, cercando il modo di ripensare una nuova idea di infrastruttura da utilizzare per creare una nuova idea di architettura pubblica.

Partendo dall’idea di creare un modello da estendere ad altri quartieri urbani della città, studenti e docenti  volontari di Archeworks, attraverso un’inchiesta sulla cucina locale e sui movimenti dell’agricoltura urbana promuovono, una serie di attività comunitarie che comprendono: mercati agricoli, orti comunitari, e laboratori di cucina sperando di coinvolgere attivamente i giovani del luogo.

Per la prima volta la scuola di design alternativo, propone un progetto che sarà esposto presso il padiglione degli Stati Uniti  questo autunno alla  Biennale di Venezia.

Street food market

Sabato 22 e domenica 23 maggio 2010  a Marciano della Chiana (AR), si è tenuta la  manifestazione “Streetfood Market – i Cibi di Strada al Mercato”

Tra i piatti proposti: olive all’ascolana, fritto misto, porchetta di Monte San Savino, frittelle di Siena, focaccia di Recco, Farinata Ligure, lampredotto fiorentino, tortello alla lastra e arrosticini abruzzesi.

Hanno fatto da contorno, prodotti agroalimetari tradizionali provenienti da gran parte d’Italia e tante altre identità enogastronomiche locali italiane, accompagnate da vino e birra artigianale.

Nel CONVEGNO, proposto sabato 22 maggio,  “Quali prospettive per i cibi di strada?” presso l’Auditorium – Torre di Marciano si è dibattuto  sulle normative che regolano la trasformazione, somministrazione e vendita di alimenti e bevande in aree pubbliche.

A seguire, “Cibo di strada e tipicità come trait d’union per il Turismo enogastronomico Integrato” con una particolare attenzione per l’utilizzo delle nuove tecnologie per il web marketing, la promozione turistica e la presentazione di un percorso “Streetfood” da seguire con GPS.

Domenica 23 maggio si sono alternati i produttori di cibi di strada presenti alla manifestazione con una degustazione guidata e breve excursus delle loro esperienze. 

per informazioni: http://www.streetfood.it/cms/it/

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Al variegato mondo dello street food si aggiunge un elemento nuovo. Pedal Power una bici-bar (o un bar portatile) con generatore di energia a pedali risultato dello sforzo di un grande gruppo di lavoro: ideata da Hopworks  e Metrofiets, progettato da Metrofiets, con sistema audio Damon Eckhoff, ruote personalizzate Metropolis Cycles, impianto idraulico per la birra (birra alla spina) FH Steinbarts, lavorazione del legno Gregg Heppner, componenti Shimano. Questa bici bar sperimenta la possibilità di realizzare energia grazie alla spinta propulsiva dei pedali. Attraverso un particolare sistema di raffreddamento mosso dal generatore a pedali si riesce a raffreddare la birra contenuta  nei fusti posti al lato della sella. Una volta ferma la bici si trasforma in bar con tanto di piano in legno, sistema audio per creare l’atmosfera musicale, spillatori per la birra e supporto per il trasporto di pizze a domicilio.

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Una tecnologica variante made in USA dei carretti e dei furgoni che popolano anche le nostre strade.

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sacro e profano

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Cascia 8 agosto 2009

Siamo arrivati la mattina ma il grosso dell’allestimento era ancora da fare, erano presenti solo alcuni espositori e il lungo bancone ad “O” che riempiva parzialmente la piazza rimaneva sostanzialmente vuoto.

Gli odori intensi di porchetta, di salame di cinghiale, di formaggio e di tartufo di Norcia erano però così intensi da spingerci alla sosta presso ogni espositore. L’unico dubbio che mi resta è quello dell’abbinamento di questi cibi, così opulenti e voluttuosi, con la rosa, fiore caro a S.Rita e simbolo della città.

Forse la spiegazione è nel fatto che dietro al sacro deve esserci anche qualcosa di profano?