cibo-archeologia: Thermopolium di Pompei

Riporto un articolo preso dal sito Fame di Sud. Lo trovate in forma completa all’indirizzo: https://www.famedisud.it/a-pompei-riemerge-unantico-luogo-di-ristoro-con-i-suoi-bellissimi-affreschi/?fbclid=IwAR0WUqm1Yv3VWnHRq8beruOXQqsEUGGYBS2ZrkTZ99KGM9cnlHMM7qITwV0

di Redazione FdS

Pompei: a riemergere, questa volta, è la parte ancora sepolta del Thermopolium della Regio V, una delle numerose rivendite di cibo pronto per il consumo (una sorta di antenato dei nostri fast food) che costellavano la città vesuviana (se ne contano una ottantina). I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, conservati in grandi dolia (giare) incassati nel bancone in muratura, erano infatti molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il prandium (il pasto) fuori casa.
 
Scorcio del thermopolium della V Regio, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Scorcio del thermopolium della V Regio, Pompei – Ph. © Luigi Spina

Lo scavo del thermopolium della Regio V è iniziato nel 2019 ma finalmente l’ambiente è riaffiorato per intero con altre ricche decorazioni di nature morte, rinvenimenti di resti alimentari, ossa di animali e di vittime dell’eruzione. Un ennesimo “fermo immagine” della città sepolta. A colpire è soprattutto la lucentezza dei colori che, al netto delle lacune provocate dal tempo, ci parlano del gusto per l’immagine evocativa così caro agli antichi al punto da caratterizzare pressoché ogni tipo di spazio.
 
La presunta insegna del thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

La presunta insegna del thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina

L’impianto commerciale era stato indagato solo in parte durante gli interventi del Grande Progetto Pompei, ma considerate l’eccezionalità delle decorazioni (era già emersa l’immagine della Nereide su ippocampo e delfini che decora il fronte del banco di vendita e l’illustrazione della bottega stessa alla stregua di un’insegna commerciale) e al fine restituire la completa configurazione del locale, ubicato nello slargo all’ incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, si è deciso estendere il progetto e di portare a termine lo scavo dell’intero ambiente.

 Di fronte al termopolio, nella piazzetta antistante, erano già emerse una cisterna, una fontana, e una torre piezometrica (per la distribuzione dell’acqua), dislocate a poca distanza dalla bottega già nota per l’affresco dei gladiatori in combattimento.
 
Affresco del bancone con  Nereide su ippocampo con delfini - Ph. © Luigi Spina

Affresco del bancone con Nereide su ippocampo con delfini, Thermopolium Regio V, Pompei – Ph. © Luigi Spina

Le decorazioni del bancone si sono dunque arricchite di altre immagini, come quelle presenti sull’ultimo braccio di bancone portato alla luce: scene di nature morte e rappresentazioni di animali, probabilmente macellati e venduti nel locale.
 
Natura morta con anatre germane, thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Natura morta con anatre germane, thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina

Frammenti ossei, pertinenti gli stessi animali, sono stati inoltre rinvenuti all’interno di recipienti ricavati nello spessore del bancone contenenti cibi destinati alla vendita.
 
Particolare del gallo raffigurato sul bancone del thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Particolare del gallo raffigurato sul bancone del thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina
 
Part. del cane e dell'iscrizione sbeffeggiante - Ph. © Luigi Spina

Part. del cane e dell’iscrizione di scherno – Ph. © Luigi Spina

Nel termopolio è stato inoltre rinvenuto diverso materiale da dispensa e da trasporto: nove anfore, una patera di bronzo, due fiasche, un’olla di ceramica comune da mensa. Il piano pavimentale di tutto l’ambiente è costituito da uno strato di cocciopesto (rivestimento impermeabile composto da frammenti in terracotta), in cui in alcuni punti sono stati inseriti frammenti di marmi policromi (alabastro, portasanta, breccia verde e bardiglio).
 
Alcune delle anfore ritrovate nel thermopolium - Ph. © Luigi Spina

Alcune delle anfore ritrovate nel thermopolium – Ph. © Luigi Spina

“Oltre a trattarsi di una ulteriore testimonianza della vita quotidiana a Pompei – dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale ad interim del Parco archeologico di Pompei -, le possibilità di analisi di questo termopolio sono eccezionali, perché per la prima volta si è scavato un simile ambiente per intero ed è stato possibile condurre tutte le analisi che le tecnologie odierne consentono. I materiali rinvenuti sono stati, infatti, scavati e studiati sotto ogni aspetto da un team interdisciplinare composto da: antropologo, fisico, archeologo, archeobotanico, archeozoologo, geologo, vulcanologo. I materiali saranno ulteriormente analizzati in laboratorio e in particolari i resti rinvenuti nei dolia (contenitori in terracotta) del bancone, rappresenteranno dei dati eccezionali per capire cosa veniva venduto e quale era la dieta alimentare”.
 
Il bancone del thermopolium, Pomepi - Ph. © Luigi Spina

Scorcio d’insieme del bancone del thermopolium, Pomepi – Ph. © Luigi Spina

PRIMI ESITI DELLE ANALISI DEI REPERTI

Le prime analisi confermano come le pitture sul bancone rappresentino, almeno in parte, i cibi e le
bevande effettivamente venduti all’interno del termopolio: un frammento osseo di anatra è stato rinvenuto all’interno di uno dei contenitori, insieme a suino, caprovini, pesce e lumache di terra, testimoniando la grande varietà di prodotti di origine animale utilizzati per la preparazione delle pietanze. D’altro canto, le prime analisi archeobotaniche hanno permesso di individuare frammenti di quercia caducifoglie, probabilmente pertinente a elementi strutturali del bancone. Sul fondo di un dolio – identificato come contenitore da vino sulla base della bottiglia per attingere rinvenuta al suo interno – è stata individuata la presenza di fave, intenzionalmente frammentate/macinate. Apicio nel suo De re Coquinaria (I,5) ce ne fornisce il motivo, asserendo che venivano usate per modificare il gusto e il colore del vino, sbiancandolo.
 
I dolia incassati nel bancone del thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

I dolia incassati nel bancone del thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina

 
Il gallo, thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Affresco col gallo, thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina