Il progetto del riciclo

La designer svedese Carolina Härdh ha realizzato un progetto di design riutilizzando la notevole quantità di rifiuti prodotti nelle cucine del ristorante Vrå di Göteborg. Utilizzando l’amido di riso, le lische di pesce e gusci delle ostriche finemente triturate e impastate, la Härdh ha realizzato uno sgabello dalle forme minimali il cui colore e la consistenza materica ricordano molto da vicino il cemento.

Carolina Härdh | Collater.al

Gli sgabelli progettati con gli scarti verranno utilizzati all’interno del ristorante, noto per la sua cucina giapponese a base di prodotti tipici scandinavi. Il biomateriale, progettato dalla designer, è stato utilizzato nel ristorante anche per realizzare i supporti delle bacchette (hashioki), macinando come per le sedute, i gusci delle ostriche assieme al Kombu, un’alga, più famosa per essere utilizzata nei ramen piuttosto che per le collezioni di arredo. I piccoli pezzi tenuti insieme da colla di pesce realizzata dalla bollitura delle lische, presentano una texture naturale e maculata simile a quella del granito.
Vrå diventa così un piccolo ecosistema perfettamente circolare, solido e funzionante. Questo materiale ha permesso a Carolina Härdh di creare una superficie indifferentemente liscia o ruvida, con un effetto naturale accentuato. Ovviamente tutto può essere ancora riciclato in un ciclo potenzialmente infinito, andando o ad arricchire il suolo o per diventare altri oggetti di design resistenti, anche grazie alla composizione dei gusci di ostriche, costituiti per circa il 95% da carbonato di calcio e per questo sempre più utilizzato per progetti di avanguardia.
Se è comunque anche il cibo, oltre che il design, vi incuriosisce potete esplorare QUI il menù del Vrå.

Carolina Härdh | Collater.al
Carolina Härdh | Collater.al
Carolina Härdh | Collater.al
Carolina Härdh | Collater.al

Da silo a casa

Stella van Beers è una giovane designer da poco laureata all’Accademia di Design di Eindhoven, nei Paesi Bassi. Stella van Beers ha da poco ultimato i suo progetto personale di convertire un silo di grano in una micro casa.  

La sua idea nasce dalla grande quantità di silo non utilizzati presente nei Paesi Bassi e sulla difficoltà di smaltimento di queste strutture che spesso vengono semplicemente abbandonate al logorio del tempo. La dimensione e la forma di un silo non è certo quella più convenzionale per realizzare un’abitazione, ed è proprio questa la sfida che la van Beers si propone di vincere.

Un silo standard ha un’altezza di 7 metri del silo e l’accesso all’interno di esso è stato il primo ostacolo da superare. Per arrivare all’entrata è stata quindi costruita una scala a chiocciola e un ponte che diventa uno spazio che unisce esterno e interno. L’interno del silo è stato suddiviso in due piani, uno inferiore dedicato alla zona giorno e uno superiore, raggiungibile attraverso una piccola scala, che è interamente occupata da un materasso.
Per entrambi i piani, Stella van Beers ha dovuto ricavare anche delle finestre, sia per il riciclo dell’aria sia per sfruttare la luce naturale.

Il Silo Living, a detta della progettista è una soluzione abitativa per piccole gite e per chi è in cerca di un luogo dove sostare per poche ore a riposarsi, ma senza rinunciare al contatto con la natura. 

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Gioielli Aliita

Aliita, il nome del brand, significa “oggetto importante” in Wayuu, lingua della popolazione nativa di Guajiros che vive nella stessa regione del Venezuela dove è cresciuta Cynthia Vilchez Castiglioni, fondatrice del marchio.

Aliita, l’anagramma di Italia, propone gioielli made in Italy con un’interessante selezione di pietre e tagli naturali. È un concetto di stile di vita rilassato e bellezza senza tempo.

Consapevole dell’impatto delle proprie produzioni e attività sull’ambiente, sin dall’inizio del proprio percorso, Aliita si è impegnata ad adottare un approccio responsabile che si riflette in una profonda sensibilità e consapevolezza rispetto alle problematiche ambientali e sociali.

La collezione Fruta Fresca è colorata, essenziale, e molto elegante nella semplicità delle forme e dei materiali usati

Possiamo trovare delicati ciondoli in oro a forma di carotine o altri più colorati e divertenti a forma di avogado, cavolfiore o limoni.

Molto facili da portare e adatti a tutte le età.

per maggiori informazioni: https://aliita.com/it/collections/fruta-fresca

https://aliita.com/it

l’architettura degli scarti

Il problema dei rifiuti che invadono le nostre città è ormai una notizia costante sui telegiornali o nelle cronache locali. I rifiuti,  se visti da un’angolazione diversa possono però anche diventate un interessante terreno di sperimentazione e creatività, oltre a dimostrare che si può avere rispetto per l’ambiente a costo quasi zero.

alcuni esempi di come l’utilizzo degli scarti possa dare luogo a spazi interessanti e creativi:

Casa de Botellas

La Casa è un’associazione che nasce nel 2000 in Bolivia grazie all’intraprendenza di un ex avvocato, Ingrid Vaca Diez. Il progetto si basa sul riutilizzo di materie prime di “scarto” per consentire anche a chi è più disagiato, di costruire una bella casa con il minimo impiego di risorse. I materiali utilizzati nella Casa de Botellas, infatti, sono molto semplici, oltre alle bottiglie di plastica o di vetro, vengono usate anche scatole di Tetra Pack impastate con polvere di latte scaduto, olio di semi di lino, letame di vacca e vari composti argillosi o sabbiosi. Una struttura reticolare viene usata per tenere insieme le bottiglie e gli impasti e facilmente si trovano anche materiali di scarto, come le gomme dei pneumatici per foderare i pavimenti. Il risultato  sono piccoli alloggi colorati e vivaci che raggiungono due obbiettivi: ripulire la zona dagli scarti di plastica  e fornire delle abitazioni a chi ne avesse bisogno. Il progetto  portato avanti da  Ingrid Vaca Diez, ha dei principi molto precisi: autosufficienza ed ecologia in primis, ma anche con un’attenzione per il sociale e con velleità culturali e turistiche. E’ stato stimato che per una casa di circa 170 metri quadri, occorrono circa 36.000 bottiglie.

 

Bat-yam Cans Pavilion

 

Questo padiglione di lattine è stato realizzato in occasione della  Bat-yam International: Biennale di urbanistica del paesaggio in Israele. Il progetto prende anch’esso spunto dal “recupero degli scarti”, ma declinandolo allo spazio urbano, combinando assieme ospitalità e spazio pubblico. Il progetto è stato realizzato promuovendo la partecipazione di residenti (per il reperimento del materiale) e visitatori alla formazione del loro ambiente, lasciando così il loro segno e la loro presenza sullo spazio. il luogo scelto è un luogo in “attesa” in cui il comune ha piantato un boschetto di palme, ma che non ha ancora una destinazione ben precisa.I progettisti hanno scelto di utilizzare le lattine come mattoni da costruzione così da promuovere, in un certo senso, la conservazione della città utilizzando un materiale domestico familiare in un nuovo contesto.
altri esempi di architettura degli scarti

Ma recupero degli scarti è anche design e arredo:

vegetali e galline

Per la sua collezione Cibology – Wallpapers & Other Stories presentata al Fuorisalone di Milano, Gianluca Biscalchin ha scelto come soggetti delle sue carte da parati, volatili da cortile, verze e rape trasformate con eleganza e ironia in interessanti elementi decorativi.
Una collezione che nasce dalla passione per il cibo e per la cucina, dal talento nel disegno e nell’illustrazione e dalla capacità di leggere e raccontare il mondo con ironia.

Cibology è una nuova religione estetica, che si trasforma in carta da parati per colonizzare i muri di salotti, ristoranti, negozi e hotel,  inerpicandosi come un groviglio vivente di storie disegnate, e parlanti: storie che raccontano di un amore  per le antiche decorazioni, per i papier peint settecenteschi e per i grovigli vegetali di William Morris.

Cibology propone tre collezioni di carte da parati che si possono declinare anche in tessuti, ceramiche e complementi d’arredo:

Astonished Chickens – Galline pensierose, o senza pensieri; emotive, o senza emozioni.  Da vicino i loro occhi, attoniti o assenti per le troppe piume, mettono in crisi la coscienza di sé, la nostra presunta superiorità intellettuale nei confronti del pollame.

Hortus Transgenicus – Passato il tempo dei giardini conchiusi, non ci rimane che una serie di mutazioni, di mostri metamorfici da fissare sulla carta per ricordarci che stiamo attraversando l’era di un barocco transgenico.

Vegetology – Basta rose e peonie: è arrivato il momento di recuperare il substrato etico nella decorazione. La bellezza da sola non basta più. Serve anche la bontà. Quella gastronomica. Questa collezione ha una forte vocazione politica: è un’azione sociale che intende restituire dignità agli ultimi, agli ortaggi.

Bouchon

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Bouchon, la divertente seduta di Domitalia, presentata al Fuorisalone 2016 negli spazi di Wine Road Milano e progettata dagli architetti Orlandini e Radice, prende ispirazione dal tradizionale tappo dello spumante e dalla sua gabbietta in ferro. Questo modello unisce design ed ecologia, avendo scelto per il tappo solo sughero rigenerato. Bouchon è così versatile da trovare posto anche tra le pareti di casa.

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P.C.B.

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by Andrea Scarpellini

Un tavolino basso da salotto che ricorda i circuiti stampati dei computer. Sono presenti diversi moduli (portabottiglia, portacandela, portafiore ) che possono essere spostati di posizione sfruttando i fori della superficie permettendo sempre di cambiarne la conformazione e seguendo le esigenze di chi lo utilizza. Vicitore della selezione ” 20 pezzi di design”, concorso della fiera di Padova in occasione dei venti anni della manifestazione “Casa su Misura”

per informazioni: http://www.mabele.it/design/index.php

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Xmas Gift 1#

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Questa lampada progettata dal designer ucraino Anton Naselevets, può essere un interessante regalo per questo Natale.

Vista dal basso si presenta come un fiore dai colori tenui e delicati e, solo in lontananza, rivela la sua vera forma: un bell’aglio.

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Nel caso non fosse adatto alla vostra cucina potete sempre usarlo come repellente per i vampiri!

Pantone Kitchen

Antonio Lanzillo & Partner hanno presentato  a Milano il loro ultimo progetto: una cucina colorata liberamente ispirata ai codici-colore del Pantone.

Ipertecnologica e colorata, la cucina utilizza le nuove tecnologie multitouch di OLED che controllano gli apparecchi con il solo tocco di un dito o un semplice collegamento via smartphone.

Un modo semplice ed immediato per utilizzare la cucina anche a distanza.

Recycled Plastic Bottles

 

Progettato da Garth Britzman,  questa copertura ondulata, colorata e vagamente primaverile, è costituita da una struttura portante metallica, sopra alla quale è tesa una rete a maglia quadrata, e alla quale sono appese centinaia di bottiglie in plastica, riempite con una piccola quantità di colore per creare un effetto “tappeto volante”.

Un modo utile e geniale per ridurre il tasso di rifiuti nell’ambiente.