Intrecci lignei

Con un design intelligente, abilità artigianali locali di base e un atteggiamento sperimentale flessibile, anche lo spazio più ordinario come un magazzino può diventare un ambiente di vendita accattivante.
Questo concetto è stato recentemente dimostrato nel Yuntai Ice Chrysanthemum Industry Park a Houyanmen Village a Huanfeng Town, dove LUO Studio con sede a Pechino http://www.luostudio.cn trasformato un ordinario magazzino di con telaio in acciaio in un affascinante spazio espositivo creando un delicato intreccio di legni e cavi, una sorta di infrastruttura nella struttura principale.

Lo scopo di questo specifico edificio è quello di fungere da area espositiva e showroom per i famosi prodotti Ice Chrysanthemum della regione che hanno una moltitudine di usi medicinali e cosmetici. I canali di vendita di questi prodotti da questo spazio includono gruppi turistici ospitati, marketing in franchising e livestreaming.

Quando la pandemia ha interrotto l’afflusso di gruppi turistici e le piantagioni di crisantemi di ghiaccio nel villaggio hanno subito una grave diminuzione della produzione a causa delle recenti inondazioni c’è stata la necessità di creare un nuovo spazio per contribuire a incrementare le vendite, ma anche farlo con costi minimi.

I progettisti e gli istruttori di costruzione Luo Yujie, Wang Beilei, Huang Shangwan, Zhang Chen di LUO Studio hanno lavorato con la gente del posto per creare lo spazio espositivo di 602 metri quadrati (6.480 piedi quadrati) con tutto questo in mente. La risposta sono stati materiali locali a prezzi accessibili e tecniche semplici che non richiedevano attrezzature speciali o competenze specialistiche. LUO Studio ha scelto pannelli di legno sottili con un alto tasso di recupero del legname prodotto da una fabbrica di legname locale come materiale da costruzione principale. I pannelli possono essere assemblati a mano e facilmente riposizionati e riutilizzati.

La sperimentazione in loco ha aiutato i progettisti e i lavoratori locali ad arrivare alle migliori soluzioni soprattutto in termini di piegatura del legno in una forma ottimale e sicura.

Il risultato è un’area espositiva delicata e dall’aspetto organico, completamente locale, che nasconde abilmente l’indecente capannone industriale.

Supermarket

I supermercati sono essenziali, soprattutto in questo periodo di pandemia ma musei e gallerie?

Non così tanto a quanto sembra. Proprio questa linea di ragionamento di blocco è stata il punto di partenza per la nuova installazione Supermarket del Design Museum, che vede il negozio di souvenir del museo londinese trasformarsi in una cornucopia di delizie essenziali.

Creativity Is Essential At The Design Museum’s Latest Installation
Creativity Is Essential At The Design Museum’s Latest Installation [DRAFT]
Creativity Is Essential At The Design Museum’s Latest Installation [DRAFT]
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Aperto dal 21 al 25 aprile, Supermarket alimenterà la creatività offrendo una gamma di generi alimentari in edizione limitata, mentre il museo stesso dovrà rimanere chiuso almeno fino al 17 maggio. L’installazione è stata finanziata da Bombay Sapphire e progettata dall’artista multidisciplinare Camille Walala, il cui lavoro recente include murales su larga scala a Leyton, Canary Wharf e White City. Il suo stile audace, ispirato a Memphis, rinvigorisce il negozio con tonalità luminose e forme grafiche, che fanno da sfondo gioioso a una gamma di prodotti disegnati da artisti.

“Charlotte Edey, Kentaro Okawara e Joey Yu sono tra i 10 artisti che hanno reinventato i nostri prodotti essenziali preferiti con un nuovo packaging: dal rotolo di carta igienica alla pasta al tè; dai fagioli al detersivo per piatti e al gin”.

Creativity Is Essential At The Design Museum’s Latest Installation
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Creativity Is Essential At The Design Museum’s Latest Installation
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Questi elementi essenziali in edizione limitata saranno disponibili a prezzi giornalieri (i rotoli di carta igienica di Michaela Yearwood-Dan costeranno solo 50 penny) e tutti i proventi andranno all’Emerging Artists Access Fund del Design Museum, un’iniziativa che garantisce ai giovani artisti e designer l’accesso gratuito al museo.

Dopo che il settore culturale del Regno Unito è stato afflitto da un anno di chiusure cicliche, Supermarket rappresenta una resa dei conti con il ruolo che la creatività gioca nelle nostre vite.

Si prega di notare che il negozio di High Street sarà aperto fino a domenica 25 aprile e

Creativity Is Essential At The Design Museum’s Latest Installation [DRAFT]
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“Questa installazione è un’opportunità per pensare a ciò che compriamo, a chi ci guadagna e a ciò che consideriamo essenziale”, spiega Tim Marlow, direttore del Design Museum. “Non vediamo l’ora di accogliere i visitatori nel nostro museo.”

“Siamo estremamente grati a tutti coloro che hanno sostenuto il museo finora acquistando queste opere d’arte di tutti i giorni online e nell’installazione del negozio SUPERMARKET. Il negozio online ha ora temporaneamente esaurito gli articoli essenziali, ma a breve offriremo stampe in edizione limitata di gli artisti in modo che tu possa ancora goderti la loro creatività e supportare artisti e designer emergenti. Stiamo ancora rifornendo gli scaffali nel nostro SUPERMERCATO, ma le scorte sono estremamente limitate, quindi per garantire che il maggior numero di persone possibile possa godere dell’installazione, limitiamo gli acquisti a due articoli (sebbene tu possa acquistare tanta frutta fresca, verdura e pane come desidera!). Non vediamo l’ora di darvi il benvenuto. ” Josephine Chanter, Direttore del pubblico #CreativityIsEssential

Il supermercato è in mostra al Design Museum fino al 25 aprile, chiuso da lunedì 26 aprile fino alla riapertura del museo martedì 18 maggio..

per info: https://designmuseum.org/supermarket

Puro Hotel and ristorant

Il marchio alberghiero polacco PURO Hotels è noto per il suo approccio progettuale, che intreccia passato e presente filtrando la storia e la cultura di ogni location, attraverso il lavoro di artisti e designer contemporanei.

Il Centro Storico di Cracovia, recentemente rinnovato non fa eccezione, accogliendo viaggiatori culturalmente consapevoli in interni curati che incanalano il fascino vintage dei caffè interbellici di Cracovia e del patrimonio architettonico modernista della città.

Caratterizzato da una vasta gamma di opere d’arte di una giovane generazione di artisti con stretti legami con la comunità creativa di Cracovia, l’hotel rinnovato è un vivace centro di arte e design, nonché un luogo elegante e confortevole in cui soggiornare.

Inaugurato nel 2013, vicino al centro storico di Cracovia e a pochi passi dalla stazione ferroviaria, l’hotel è stata la prima avventura di PURO in città, mentre una seconda sede è stata aperta anni dopo nel quartiere alla moda di Kazimierz. Per la sua ristrutturazione, Paradowski Studio. ha tratto ispirazione dal patrimonio culturale della città, e in particolare dall’opulenza chic dei suoi caffè e dal modernismo di iconici monumenti dell’era sovietica. Lo Studio ha armoniosamente miscelato le più disparate fonti di ispirazione, adottando un linguaggio di design austero di linee pulite e geometrie semplici, e abbinandolo con l’artigianato contemporaneo come espresso da una ricca tavolozza di materiali come il rovere naturale, pietra, vetro e ceramiche di manifattura polacca. sono presenti inoltre un’eclettica selezione di mobili modernisti e contemporanei che vanno da marchi del patrimonio come &Tradition, Artek, Carl Hansen & Sến e Cassina, a relativi nuovi arrivati come Massproductions, Wästberg, Dirk Vander Kooij, Areti, Verpan, Bocci, Friends & Founders e Tom Dixon.

cibo-archeologia: Thermopolium di Pompei

Riporto un articolo preso dal sito Fame di Sud. Lo trovate in forma completa all’indirizzo: https://www.famedisud.it/a-pompei-riemerge-unantico-luogo-di-ristoro-con-i-suoi-bellissimi-affreschi/?fbclid=IwAR0WUqm1Yv3VWnHRq8beruOXQqsEUGGYBS2ZrkTZ99KGM9cnlHMM7qITwV0

di Redazione FdS

Pompei: a riemergere, questa volta, è la parte ancora sepolta del Thermopolium della Regio V, una delle numerose rivendite di cibo pronto per il consumo (una sorta di antenato dei nostri fast food) che costellavano la città vesuviana (se ne contano una ottantina). I termopoli, dove si servivano bevande e cibi caldi, come indica il nome di origine greca, conservati in grandi dolia (giare) incassati nel bancone in muratura, erano infatti molto diffusi nel mondo romano, dove era abitudine consumare il prandium (il pasto) fuori casa.
 
Scorcio del thermopolium della V Regio, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Scorcio del thermopolium della V Regio, Pompei – Ph. © Luigi Spina

Lo scavo del thermopolium della Regio V è iniziato nel 2019 ma finalmente l’ambiente è riaffiorato per intero con altre ricche decorazioni di nature morte, rinvenimenti di resti alimentari, ossa di animali e di vittime dell’eruzione. Un ennesimo “fermo immagine” della città sepolta. A colpire è soprattutto la lucentezza dei colori che, al netto delle lacune provocate dal tempo, ci parlano del gusto per l’immagine evocativa così caro agli antichi al punto da caratterizzare pressoché ogni tipo di spazio.
 
La presunta insegna del thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

La presunta insegna del thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina

L’impianto commerciale era stato indagato solo in parte durante gli interventi del Grande Progetto Pompei, ma considerate l’eccezionalità delle decorazioni (era già emersa l’immagine della Nereide su ippocampo e delfini che decora il fronte del banco di vendita e l’illustrazione della bottega stessa alla stregua di un’insegna commerciale) e al fine restituire la completa configurazione del locale, ubicato nello slargo all’ incrocio tra il vicolo delle Nozze d’argento e il vicolo dei Balconi, si è deciso estendere il progetto e di portare a termine lo scavo dell’intero ambiente.

 Di fronte al termopolio, nella piazzetta antistante, erano già emerse una cisterna, una fontana, e una torre piezometrica (per la distribuzione dell’acqua), dislocate a poca distanza dalla bottega già nota per l’affresco dei gladiatori in combattimento.
 
Affresco del bancone con  Nereide su ippocampo con delfini - Ph. © Luigi Spina

Affresco del bancone con Nereide su ippocampo con delfini, Thermopolium Regio V, Pompei – Ph. © Luigi Spina

Le decorazioni del bancone si sono dunque arricchite di altre immagini, come quelle presenti sull’ultimo braccio di bancone portato alla luce: scene di nature morte e rappresentazioni di animali, probabilmente macellati e venduti nel locale.
 
Natura morta con anatre germane, thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Natura morta con anatre germane, thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina

Frammenti ossei, pertinenti gli stessi animali, sono stati inoltre rinvenuti all’interno di recipienti ricavati nello spessore del bancone contenenti cibi destinati alla vendita.
 
Particolare del gallo raffigurato sul bancone del thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Particolare del gallo raffigurato sul bancone del thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina
 
Part. del cane e dell'iscrizione sbeffeggiante - Ph. © Luigi Spina

Part. del cane e dell’iscrizione di scherno – Ph. © Luigi Spina

Nel termopolio è stato inoltre rinvenuto diverso materiale da dispensa e da trasporto: nove anfore, una patera di bronzo, due fiasche, un’olla di ceramica comune da mensa. Il piano pavimentale di tutto l’ambiente è costituito da uno strato di cocciopesto (rivestimento impermeabile composto da frammenti in terracotta), in cui in alcuni punti sono stati inseriti frammenti di marmi policromi (alabastro, portasanta, breccia verde e bardiglio).
 
Alcune delle anfore ritrovate nel thermopolium - Ph. © Luigi Spina

Alcune delle anfore ritrovate nel thermopolium – Ph. © Luigi Spina

“Oltre a trattarsi di una ulteriore testimonianza della vita quotidiana a Pompei – dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale ad interim del Parco archeologico di Pompei -, le possibilità di analisi di questo termopolio sono eccezionali, perché per la prima volta si è scavato un simile ambiente per intero ed è stato possibile condurre tutte le analisi che le tecnologie odierne consentono. I materiali rinvenuti sono stati, infatti, scavati e studiati sotto ogni aspetto da un team interdisciplinare composto da: antropologo, fisico, archeologo, archeobotanico, archeozoologo, geologo, vulcanologo. I materiali saranno ulteriormente analizzati in laboratorio e in particolari i resti rinvenuti nei dolia (contenitori in terracotta) del bancone, rappresenteranno dei dati eccezionali per capire cosa veniva venduto e quale era la dieta alimentare”.
 
Il bancone del thermopolium, Pomepi - Ph. © Luigi Spina

Scorcio d’insieme del bancone del thermopolium, Pomepi – Ph. © Luigi Spina

PRIMI ESITI DELLE ANALISI DEI REPERTI

Le prime analisi confermano come le pitture sul bancone rappresentino, almeno in parte, i cibi e le
bevande effettivamente venduti all’interno del termopolio: un frammento osseo di anatra è stato rinvenuto all’interno di uno dei contenitori, insieme a suino, caprovini, pesce e lumache di terra, testimoniando la grande varietà di prodotti di origine animale utilizzati per la preparazione delle pietanze. D’altro canto, le prime analisi archeobotaniche hanno permesso di individuare frammenti di quercia caducifoglie, probabilmente pertinente a elementi strutturali del bancone. Sul fondo di un dolio – identificato come contenitore da vino sulla base della bottiglia per attingere rinvenuta al suo interno – è stata individuata la presenza di fave, intenzionalmente frammentate/macinate. Apicio nel suo De re Coquinaria (I,5) ce ne fornisce il motivo, asserendo che venivano usate per modificare il gusto e il colore del vino, sbiancandolo.
 
I dolia incassati nel bancone del thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

I dolia incassati nel bancone del thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina

 
Il gallo, thermopolium, Pompei - Ph. © Luigi Spina

Affresco col gallo, thermopolium, Pompei – Ph. © Luigi Spina


 

Un bosco urbano a Malaga

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Il consiglio comunale di Malaga ha approvato una mozione per costruire un Bosco Urbano, su un terreno di 177.000 m2 che apparteneva a Repsol, invece del parco con grattacieli e centro commerciale, che era previsto per questo terreno.

Secondo “La Opinión de Málaga”, questo Bosco Urbano è destinato a fungere da polmone della città. A questo proposito, sono state adottate altre misure di carattere ambientale, quali l’aumento e il miglioramento di “aree verdi urbane utili per abitante”, nonché la costruzione di una cintura verde che circonda la città.

A questo proposito, Francisco Javier López, uno dei fondatori della piattaforma cittadina “Bosque Urbano Málaga”, ha confessato, in dichiarazioni al quotidiano citato, che le azioni politiche “devono essere compatibili con la protezione dell’ambiente e aumentare la dotazione di aree verdi”.

L’AIA DI SAN GIORGIO

 A pochi passi dal centro di Vignacastrisi, frazione del comune di Ortelle (LE) e immersa nel verde degli alberi d’ulivo e della campagna circostante, l’Aia di San Giorgio, dimora d’arte e di cucina, accoglie il nostro tour in una giornata fredda e tersa. L’accesso pedonale avviene attraverso un piccolo giardino con muretti a secco e tracce di antiche costruzioni che in primavera si riempie di fiori spontanei e vivaci.

 

Il grande portico in legno, preannuncia ore di ristoro dalla calura salentina; le vecchie botti sapientemente recuperate è restaurate da Lucio, (mani da falegname e aspetto di un capitano Acab, ma con gli occhi più dolci e l’animo meno tormentato), preannunciano aperitivi all’aria aperta alla luce di lanterne e di piccole lampadine che danno all’aia un’aria festosa.

L’interno della sala ristorante, uno spazio unico dominato dai toni chiari delle pareti e delle “chianche” (pavimento) in pietra leccese, con le sue grandi finestre in ferro, da vecchio opificio artigianale e il caminetto in pietra, che nelle giornate invernali, accoglie e riunisce, è un tributo alla musica e all’arte in generale.

L’arredo dell’ambiente, con pochi tavoli in legno, è un tributo alla rinascita: oggetti recuperati e trasformati  con lo scopo di ridare loro una dignità e un significato nuovi, punteggiano discretamente il salone, senza però risultare ingombranti o eccessivi, mentre, stampe di vecchi manifesti di musica jazz e blues denotano ed esprimono la passione del proprietario Raffaele Di Staso, avvocato ed ex chitarrista, per la musica.

Dimora d’arte e di cucina dunque, e questo secondo polo, fondamentale per coloro che si approcciano all’Aia di San Giorgio in cerca della riscoperta di sapori tradizionali, ma riletti in chiave contemporanea, è rappresentato da Alessandra Ferramosca, cuoca itinerante salentina, che grazie anche ad alimenti di alta  qualità, prodotti all’interno della tenuta stessa, ci aiuta a compiere un viaggio dei sensi che è anche un viaggio di conoscenza e scoperta di un intero territorio.

 

Ph. Barbara Falcone, Francesca Orlando, Alessandra Ferramosca.

 

Educational “Dall’Avvento all’Immacolata sulle orme di Scanderbeg” realizzato dall’ Accademia dei Volenterosi e il Comune di Bagnolo del Salento– Progetto P.O.R.FESRSE 2018-2020 Regione Puglia).

Per informazioni:

AIA DI SAN GIORGIO, Via Vecchia Ortelle – 73030 Vignacastrisi (LE)

tel. 329 985 2006

 

La Banca, un caveau di sapori

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Nel centro storico di Galatina (Lecce), all’interno dell’ex sede della Banca di Napoli e prima ancora della Banca Coperativa di Galatina, sostiamo per un’altra interessante tappa dell’educational tour “Dall’avvento all’Immacolata sulle orme di Scanderbeg nel Salento”. In un palazzetto della seconda metà dell’800, che conserva inalterato tutto il fascino dell’epoca, si trova il ristorante “La Banca” di Alessandro Castriota Scanderbeg e Paolo Trevisani.

Nato dal progetto del designer Giuseppe de Matteis, la recente ristrutturazione de “La Banca” (2018)  si sviluppa in modo molto rispettoso della preesistenza. Si accede alla grande sala da pranzo attraverso uno spazio esterno recintato (utilizzabile nelle calde serate salentine per gustose cene al lume di candela), dal quale si gode la vista immediata dello spazio interno. Legno in radica d’ulivo per i tavoli da pranzo, per il grande bancone-bar e schegge di legno (di ulivo anch’esso) le decorazioni murarie e per gli elementi porta-vino, richiamano il territorio e conferiscono calore e senso di accoglienza a un ambiente per sua natura austero e rigoroso nel quale dominano i toni del bianco e del grigio polvere.

Le sedie trasparenti firmate Kartell e le poltroncine imbottite, di un caldo color ottanio, aggiungono un tocco di contemporaneità e si confrontano, senza scontrarsi, con gli originali stucchi di gusto liberty. E’ addentrandosi all’interno del locale che si scopre però la memoria storica dell’edificio: il caveau originale e la storica cassaforte corazzata, fanno bella mostra di sé; seppure questi elementi, testimoni dell’antica funzione dell’edificio,  hanno perso la loro vocazione originaria,  mantengono inalterato il loro fascino diventando casseforti per prodotti locali e vini pregiati. La cucina proposta da “La Banca” a opera dello chef Emanuele Specchia è una cucina contemporanea e raffinata che utilizza e valorizza prodotti locali.

Una nota a margine: Banca, in dialetto salentino, sta ad indicare anche il tavolo da pranzo.

per informazioni:

Ristorante La Banca via Tommaso Cavazza, 41 Galatina

tel  345 069 0088

m.me/labancagalatina

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Comune di Galatina

L’Accademia dei Volenterosi.

Comune di Bagnolo del Salento

#WeAreinPuglia

#WeHostinPuglia

giorno 2 (parte seconda) Il Melograno: l’oro rosso del Salento

La seconda tappa di questa ricca giornata d’impegni dell’Educational Tour Dall’avvento all’Immacolata sulle orme di Scanderbeg nel Salento ci porta a pochi chilometri da Copertino, dove sorge l’azienda Cairo & Doutcher fondata da Utzi Cairo; nato in Israele da padre italiano.

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A Copertino, paese di suo padre, Utzi scopre la bellezza della sua terra d’origine; soleggiata e dal clima mite e decide di trasferirvisi, con l’intenzione dare il suo contributo all’economia agricola locale che risentiva di una costante fuga di manodopera. Nel 1996 Cairo & Doutcher riesce a conquistare il mercato italiano diventando leader per la produzione di Gypsophila (comunemente chiamata “nebbiolina”) e in seguito ai costanti sforzi, concentrati sulla coltivazione e sulla produzione di melograni, l’azienda si trasforma e s’ingrandisce diventando leader europeo nella coltivazione e vendita di piante di melograno, oltre che alla produzione e trasformazione dei suoi frutti e soprattutto del suo succo rosso rubino ricco di polifenoli e altre sostanze benefiche.

Spinta dalla perseveranza dei suoi dirigenti e degli agronomi impegnati nella ricerca, la Cairo & Doutcher, sta ponendosi nuovi obiettivi e mete da raggiungere: riuscire a garantire la produzione di melagrane per quasi dieci mesi l’anno, con l’aiuto di specifiche tecniche di conservazione; attivare la produzione delle varietà di Mango e Avocado più adatte per il clima salentino; produrre bacche di goji più dolci e succose.

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“La terra è sempre pulita, sono le scarpe che la sporcano!”

Questa dichiarazione del signor Cairo dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, il grande rispetto dell’azienda per la terra e i preziosi frutti che essa produce.

La Cairo& Doutcher ora, si estende per circa 2000 ettari divenendo quindi un elemento riconoscibile sul territorio con le sue serre allineate e le piantumazioni posate con regolare precisione. Un segno forte, distinguibile, imponente, su un territorio caratterizzato da ciò che era definito il “giardino mediterraneo”: appezzamenti più piccoli e delimitati da segni, leggeri come tratti di matita su un foglio, ma persistenti nella loro provvisoria eternità; delimitazioni di pietre giustapposte e sovrapposte “a secco”che caratterizzano un luogo, come le campagne salentine, in modo talmente forte da diventarne elemento di riconoscibilità e d’identitarietà.

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Per informazioni:

https://www.cairodoutcher.com

Cairo &Doutcher –  Contrada Vigna Grande – Loc. Seminaristi 73043 COPERTINO (LE)
Italy

Comune di Copertino

L’Accademia dei Volenterosi.

Comune di Bagnolo del Salento

#WeAreinPuglia

#WeHostinPuglia

Giorno 2_ (parte prima)_ la maestosa architettura del castello di Copertino

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tappe della giornata

 

4/12/2018 _Giornata ricca di impegni quella di noi partecipanti all’Enucational Tour Dall’avvento all’Immacolata sulle orme di Scanderberg in Salento promossa dal Comune di Bagnolo del Salento in collaborazione con  L’Accademia dei Volenterosi.

Partenza da Bagnolo del Salento in direzione Castello di Copertino.

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Imponente struttura fortificata il cui aspetto attuale si deve ad un rimaneggiamento del XVI secolo ad opera dell’architetto militare Evangelista Menga, il castello di Copertino ingloba una fortezza sorta in epoca normanna ed ampliata successivamente ad opera degli Angioini. Committente dell’ampliamento della fortezza, opera conclusa nel 1540, fu  proprio Alfonso Castriota Scanderbeg , così come si può leggere ancora oggi sulla cortina Est della alla sinistra della porta di ingresso.

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Costruita con lo scopo di difendere i territori del Salento dall’attacco dei Turchi, Il castello di Copertino si presenta come un’imponente struttura quadrangolare, circondata da un profondo fossato (un tempo riempito di acqua) e con un unico punto di accesso in corrispondenza  del maestoso portale in stile catalano-durazzesco decorato con nicchie, edicole, medaglioni e trofei militari riferibili alle vittorie di Alfonso Castriota Scanderbeg sui Francesi; accesso inesistente nel periodo in cui il castello aveva ancora funzione prettamente difensiva.

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Le mura, spesse fino a otto metri in corrispondenza del mastio, sono realizzate in tufo e pietra di Cursi. Negli spazi inferiori, coperti con volte a botte o con volte a sesto acuto (nelle parti più antiche del castello), a seguito del recente restauro, sono stati rinvenuti graffiti che riportavano i disegni di costruzione delle volte e delle aperture ad arco delle murature frammisti a disegni stilizzati che raccontavano dell’eccidio degli otrantini dell’agosto 1480 ad opera dei turchi.

All’interno del castello, dopo aver attraversato ambienti ombrosi e con poche finestre, si apre una corte quadrangolare illuminata dalla luce salentina che si riflette sulle pareti di pietra chiara. Lungo le pareti corrono le enormi gallerie di collegamento ai bastioni e la cappella di San Marco, interamente affrescata dal pittore manierista Gianserio Strafella probabile allievo di Michelangelo e Raffaello

Nel 1886 il castello fu dichiarato monumento nazionale e nel 1955 sottoposto alle norme di tutela.

per approfondire:

Comune di Copertino

Castello di Copertino

#WeAreinPuglia

#WeHostinPuglia

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La Rassegna raccoglie le opere di registi ed autori amatoriali e professionali (Società, Associazioni e singoli), nonché di studenti delle Accademie e delle Università italiane e straniere che, come sotto descritto, potranno esprimere tutta la loro creatività nell’ideazione e nella realizzazione di prodotti audiovisivi e di soggetti in cui i temi del bando vengono approfonditi dal punto di vista artistico e culturale o indagati sotto forma d’inchiesta o di ricerca.